Si sente parlare della tematica dello sviluppo industriale, della rivoluzione dell’Industria 4.0, ma la realtà è ben diversa. Infatti parliamo già di rivoluzione 5.0, una sfida che raccoglie l’eredità della precedente con un occhio alla sostenibilità.
Industria 4.0: cosa è stata
La peculiarità di questa rivoluzione industriale è il fatto di essere stata prevista e attivata con incentivi e strategie precise. Infatti se la nostra mente andasse indietro ai tempi del vapore o dell’invenzione della corrente scoprirebbe che nessuna di queste era prevista. Si tratta di cambiamenti incredibili che hanno sconvolto il mondo e il modo di produrre nati dall’ingegno di alcuni. Oggi invece siamo in grado di prevedere le evoluzioni tecnologiche future e questo ci ha permesso di tracciare la strada.
Il motore degli incentivi fiscali e non solo è stato assolutamente fondamentale nella transizione digitale che ha incluso: IoT; Cloud; software d’analisi avanzati. Un approccio guidato dall’uso dei dati è necessario per rendere competitive le imprese che oggi fanno fatica a stare sul mercato. I piani si sono rinnovati anche durante la pandemia, mantenendo incisività e permettendo alle aziende di acquistare macchinari all’avanguardia.
Industria 5.0: le sfide per il futuro
L’industria 4.0 era focalizzata sull’efficienza produttiva, sui dati e su una produzione sempre più digitalizzata, la 5.0 è diretta verso una transizione green, sostenibile, oltre che digitale.
Il cambiamento climatico sta diventando una realtà sempre più presente e viva per noi, per questo in Europa si discute su come agire. Il piano per l’industria 5.0 è proiettato verso un futuro nel quale la produzione sia sostenibile per il pianeta e per i lavoratori.
Si punta ad una sostenibilità energetica eliminando le fonti non rinnovabili in favore di altre meno inquinanti.
L’altro obiettivo essenziale è quello di creare un’industria nella quale le macchine aiutino i lavoratori a vivere meglio il loro tempo speso sul luogo di lavoro.