Metodo AGILE: definizione e utilità

Il Metodo AGILE rappresenta un approccio fondamentale per la produzione software nel contesto dell’industria moderna. In questo articolo, esploreremo il significato del Metodo AGILE, la sua origine, come viene impiegato e come può migliorare la produzione. Discuteremo anche di alcuni metodi alternativi all’AGILE per fornire una visione completa delle opzioni disponibili.

Che cosa significa Metodo AGILE?

Il Metodo AGILE è un approccio di gestione dei progetti che si concentra sulla flessibilità, sull’adattabilità e sulla collaborazione. A differenza dei tradizionali metodi di gestione dei progetti, l’AGILE adotta un approccio iterativo e incrementale, suddividendo il lavoro in sprint gestibili. Questi sprint hanno una durata definita e producono risultati tangibili sotto forma di funzionalità software complete o miglioramenti.

Uno dei principali vantaggi del Metodo AGILE è la sua capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Rispetto agli approcci tradizionali, che richiedono la definizione completa dei requisiti all’inizio del progetto, l’AGILE permette di rispondere in modo flessibile ai requisiti in evoluzione, rendendo le aziende più agili e reattive nell’ambito dello sviluppo software.

Quando è nato il metodo AGILE?

Il Metodo AGILE ha avuto origine nel 2001, quando un gruppo di esperti di sviluppo software si è riunito e ha redatto il “Manifesto per lo Sviluppo AGILE del Software”. Questo manifesto definisce i principi fondamentali dell’AGILE e ha segnato una svolta nel modo in cui si concepiscono i progetti di sviluppo software.

Prima dell’AGILE, molti progetti adottavano un approccio “a cascata”, in cui le attività venivano svolte in modo sequenziale e i requisiti venivano definiti sin dall’inizio del progetto. Tuttavia, questo approccio spesso portava a ritardi, costi elevati e risultati insoddisfacenti. L’AGILE è emerso come una risposta a tali problemi, offrendo un modo più collaborativo e adattabile di gestire i progetti di sviluppo software.

Come è stato impiegato il metodo AGILE?

Il Metodo AGILE è stato adottato con successo in diversi settori e industrie, incluso il campo della produzione di software gestionali. Le sue principali metodologie di implementazione includono Scrum, Kanban e Lean Software Development.

Scrum è un framework di gestione dei progetti AGILE che si basa sulla suddivisione del lavoro in sprint definiti e su sessioni di pianificazione, revisione e riflessione chiamate “cerimonie”. Scrum promuove il lavoro di squadra, la trasparenza e la comunicazione costante tra i membri del team.

Kanban è un sistema di gestione visuale che utilizza una tavola suddivisa in colonne per rappresentare lo stato di avanzamento dei compiti. Ogni compito è rappresentato da un “post-it” o una carta e può essere spostato attraverso le colonne a seconda del suo stato.

Lean Software Development si basa sui principi del “lean thinking” e mira a eliminare gli sprechi, ottimizzare il flusso di lavoro e migliorare continuamente i processi. Utilizza concetti come il “just-in-time” e il “kaizen” per massimizzare l’efficienza e la qualità.

Come può migliorare il Metodo AGILE la produzione?

Il Metodo AGILE offre numerosi vantaggi per la produzione di software gestionali. Alcune delle sue principali caratteristiche che favoriscono il miglioramento includono:

  • Flessibilità: l’AGILE consente di rispondere rapidamente ai cambiamenti nei requisiti dei clienti o nelle condizioni di mercato, offrendo maggiore adattabilità rispetto ai metodi tradizionali di gestione dei progetti;
  • Riduzione dei rischi: il processo iterativo dell’AGILE consente di individuare e affrontare i problemi precocemente. Inoltre, la comunicazione continua e la collaborazione tra il team riducono i rischi di fraintendimenti o errori costosi;
  • Coinvolgimento del cliente: l’AGILE promuove un coinvolgimento attivo del cliente durante tutto il processo di sviluppo. Ciò consente di ottenere feedback tempestivi e allineare meglio le aspettative del cliente con il risultato finale;
  • Consegne più frequenti: Grazie alla suddivisione del lavoro in sprint, il Metodo AGILE consente di fornire risultati tangibili in tempi più brevi. Ciò significa che il cliente può beneficiare del software gradualmente, anche prima del completamento completo del progetto.

Altri metodi alternativi all’AGILE

Oltre all’AGILE, esistono altri metodi di gestione dei progetti che possono rappresentare valide alternative. Ecco alcuni esempi:

  • Metodo a cascata: questo è l’approccio tradizionale in cui le attività vengono svolte in modo sequenziale, con una fase successiva che inizia solo quando la precedente è completata. Può essere adatto per progetti in cui i requisiti sono chiari fin dall’inizio e non sono previsti cambiamenti significativi;
  • Metodo a V: il metodo a V è una variante del metodo a cascata che pone maggiore enfasi sulle attività di test e verifica. Assicura che ogni fase del progetto venga adeguatamente testata prima di passare alla successiva;
  • Metodo RAD (Rapid Application Development): questo metodo si concentra sulla rapidità di sviluppo e sulla prototipazione iterativa. È particolarmente adatto per progetti in cui i tempi di sviluppo sono molto brevi e il feedback del cliente è fondamentale.

Ducati: storia di una moto italiana

Ducati: una storia di successo

Nel cuore dell’Italia, nel 1926, tre audaci fratelli, Adriano, Bruno e Marcello Ducati, hanno dato vita a una straordinaria avventura italiana: Ducati. Partendo da una radicata passione per l’innovazione tecnologica, i figli di un produttore di radio fondarono la Società Scientifica Radio Brevetti Ducati. Il loro obiettivo era chiaro: produrre componenti elettrici di altissima qualità. Guidati da una visione audace, hanno fatto tesoro della continua ricerca di soluzioni innovative e dell’applicazione di tecnologie all’avanguardia nel settore industriale. Presto, le radio Ducati hanno raggiunto un enorme successo e hanno aperto filiali in tutto il mondo.

Un’ascesa rapida

In soli dieci anni, da una modesta azienda con soli due dipendenti, Ducati è diventata un’imponente realtà con settemila lavoratori. Si sono ampliate le produzioni in vari settori dell’industria mondiale. I premi e l’onore della visita di Guglielmo Marconi hanno sottolineato un periodo d’oro per l’azienda, caratterizzato da una crescita inarrestabile. Per sostenere tale espansione, è stato istituito un corso di istruzione tecnica per formare operai altamente specializzati.

La fine dell’era dei fratelli Ducati

La Seconda Guerra Mondiale ha rappresentato un duro colpo per l’azienda, con la distruzione del sito produttivo di Borgo Panigale. Nonostante le difficoltà, Ducati ha saputo rinascere. Fu presentato il famoso “Cucciolo”, un motore da montare direttamente su una bicicletta che ottenne un grande successo. Tuttavia, nonostante tali sforzi, l’azienda ha iniziato a sperimentare una crisi finanziaria. Sotto l’amministrazione controllata, Ducati è stata divisa e i fratelli Ducati hanno perso il controllo dell’azienda.

I motori: l’asso nella manica

Con l’arrivo dell’Ingegnere Taglioni, Ducati ha fatto il suo ingresso nel mondo delle corse motociclistiche. Grazie al motore “desmodromico”, la casa italiana ha dominato il settore per anni. Questo motore rivoluzionario ha ridotto le rotture meccaniche, offrendo maggiore potenza e affidabilità. Era un’autentica arma segreta.

La crisi degli anni Settanta

Negli anni Settanta, Ducati ha affrontato una sfida senza precedenti. Le motociclette giapponesi si sono affacciate sul mercato europeo, creando notevoli difficoltà. I competitor agguerriti offrivano innovazioni tecnologiche a prezzi concorrenziali.

Un futuro di successi

Oggi, Ducati fa parte del gruppo Volkswagen e continua a produrre motociclette di successo. Nel 2022, l’azienda ha registrato un record di vendite, confermando il suo status di eccellenza nel settore. La storia di Ducati è un affascinante viaggio attraverso la passione e la determinazione italiana, che ha conquistato il cuore degli amanti delle due ruote in tutto il mondo.

Le tendenze digitali del 2023 secondo WeAreSocial

Il report annuale sul mondo digitale di WeAreSocial è finalmente giunto, un documento prezioso per comprendere il progresso del settore non solo in Italia, ma in tutto il mondo.

La connessione mondiale è in costante aumento. Al momento ci sono circa 5,26 miliardi di utenti online, una cifra che riflette la diffusione sempre più capillare di questo mezzo. Tuttavia, è stato registrato un calo del 5% del tempo trascorso online, con una media di venti minuti in meno al giorno rispetto all’anno precedente. Ciò è probabilmente dovuto alla fase di ripresa dalle restrizioni della pandemia da Covid-19, che ci ha fatto tornare ai livelli del 2019.

Ma perché siamo sempre connessi? Le motivazioni sono molteplici: mantenere i contatti con amici lontani, cercare ispirazione per nuove idee e molto altro ancora. Tuttavia, la ragione principale rimane quella alla base di Internet: cercare informazioni.

Internet è ancora considerato lo “scrigno delle risposte”, dove speriamo di trovare una soluzione a qualsiasi problema. Nonostante il passare del tempo, questa rimane la motivazione principale e probabilmente lo sarà per molto tempo ancora.

L’e-commerce, nonostante il periodo di lockdown sia terminato, rimane uno dei metodi preferiti per fare acquisti. Tuttavia, il negozio fisico continua ad essere utilizzato. Anche se bisogna ammettere che, rispetto alla situazione pre-pandemica, le cose sono cambiate. Adesso, le persone sembrano essere più propense ad utilizzare internet anche per acquistare generi alimentari.

La crescita dei social media non si ferma. Infatti, negli ultimi tre anni, il numero di nuovi utenti è aumentato di un miliardo, ma la percentuale di crescita sta diminuendo. L’utente medio trascorre circa 2 ore e mezza al giorno sui social media, il che è il tempo più alto mai registrato. Facebook rimane la piattaforma con il maggior numero di utenti attivi al mese, seguita da Youtube e Instagram.

Enzo Ferrari: imprenditore di successo

Prima o poi il nostro viaggio si sarebbe dovuto fermare in casa Ferrari, ed eccoci qui a parlare di Enzo. Uno degli uomini più influenti nel panorama automobilistico italiano e non solo, con una storia sfaccettata e complessa.

Come tutto ebbe inizio

Enzo Ferrari nacque il 18 febbraio del 1898, l’inverno era stato molto rigido e così c’erano state difficoltà per registrare l’evento. Il padre infatti riuscì a recarsi all’anagrafe soltanto due giorni dopo. In Italia la situazione non era affatto semplice e si attraversava un periodo di transizione. Il piccolo Enzo si appassiona fin dalla tenera età al mondo delle auto, nel 1908 assiste con il padre e il fratello ad una gara, scocca l’amore.

Il continente europeo sta per finire nel baratro della prima guerra mondiale, con un conflitto che porterà morte e distruzione a livelli mai visti prima. Enzo viene chiamato alle armi e rimane colpito dalla famosa febbre gialla mentre suo padre e suo fratello muoiono. Dopo il congedo si trasferisce a Torino.

La velocità come obiettivo

Prima cerca di entrare all’interno della FIAT, all’epoca in forte crescita, ma si trasferirà poi a Milano. Affronta diversi impieghi che non lo soddisfano troppo ma, alla fine, arriva all’Alfa. Prima ha il ruolo di collaudatore, poi arriva il debutto nelle gare ufficiali che lo vedono protagonista.

Durante gli anni Venti la competizione è serrata ma Ferrari riesce a portare in casa Alfa qualche coppa. Un’abilità che va inquadrata nel mondo automobilistico dell’epoca che era molto differente da quello al quale siamo abituati oggi. In parallelo alla sua attività da pilota inizia l’avventura della scuderia Ferrari che correva con auto del gruppo Alfa.

Nel 1931 nasce il primo figlio, Dino, affetto da una grave malattia, la distrofia muscolare, che non gli darà una vita semplice. Nonostante i tentativi di curarlo il figlio verrà a mancare nel 1956.

Nasce la Auto Avio Costruzioni

Durante gli anni il sodalizio sembra migliorare sempre più, infatti la Ferrari mette a punto l’Alfetta, un modello mitico che avrà il merito di portare tanti titoli, diventando uno dei modelli più importanti della storia. L’Alfa decide però di tornare in campo in prima persona e costringe Ferrari a chiudere. Così Enzo diventa direttore ma poco dopo lascerà a causa di divergenze irrimediabili. Nel 1939 fonda la Auto Avio Costruzioni, in attesa di poter usare di nuovo il nome Ferrari.

Durante la seconda guerra mondiale Ferrari non si da per vinto e continua a lavorare nonostante ci siano bombardamenti sempre più frequenti. Intanto tesse relazioni con la concorrenza: Vittorio Stanguellini, specializzato in aerodinamica e Adolfo Orsi di Maserati. 

Ritorna il nome

Lo scorrere del tempo non frena le ambizioni di Enzo che sogna il momento di poter sconfiggere sul circuito l’Alfa. La prima vittoria arriva nel 1951 al GP di Gran Bretagna. Fu il primo di una lunga serie che segnò la crescita della casa rossa e il declino dell’Alfa Romeo.

Non solo vittorie

Purtroppo la storia non è sempre tutta costellata di vittorie, ma a volte bisogna anche fare i conti. In questo caso i conti sono quelli del bilancio che rimangono sempre più appesantiti dall’impegno sportivo della casa. Nel corso del 1963 la società è sempre più indebitata e pare pronta a terminare la sua corsa. Ford sembra pronta ad acquistare il 90% delle quote dell’azienda lasciando il 90% della parte sportiva a Ferrari ma, all’ultimo Enzo fa saltare l’accordo perché non può tollerare che la sua creatura venga data in mano ad altri. Solo nel 1969 sarà costretto a cedere alla FIAT a patto di rimanere al comando nella parte sportiva.

La corsa alle IA

ChatGPT ha stupito tutti con il suo arrivo, scoperchiando un vaso di Pandora che difficilmente potrà essere chiuso di nuovo. L’Intelligenza artificiale è da sempre un tema molto dibattuto e ChatGPT ha dato l’inizio a quella che è la corsa alla nuova frontiera tecnologica. Google ha annunciato Bard e Microsoft integra ChatGPT in Bing. 

Google Bard: non così bene

Non sappiamo cosa sia accaduto negli uffici di Google ma, di certo, ci sono stati momenti di tensione, visto che sono stati addirittura richiamati i fondatori dell’azienda per discutere delle contromosse. Indubbiamente il segnale che qualcosa doveva cambiare subito perché erano anni che il colosso di Mountain View non si trovava a “rincorrere”. 

Google stava lavorando da molto tempo su un progetto di Intelligenza Artificiale che non aveva mai mostrato, questo fa pensare che fosse tutt’altro che pronta. La presentazione di Google Bard non è andata come sperato, infatti ha causato una consistente perdita di valore per le azioni.

La polemica è nata intorno all’errata risposta di Bard riguardante il telescopio James Webb. La risposta ha creato dubbi sull’accuratezza dell’IA e così le azioni sono scese di circa l’8% del valore.

Google non investe solo in Bard

Google non sta giocando solo sul proprio tavolo ma anche su quello di Claude. Si tratta di un’altra Intelligenza Artificiale che potrebbe avere interessanti sviluppi. Microsoft invece ha investito diversi miliardi in ChatGPT, non avendo un progetto in casa ha preferito puntare su qualcosa di molto avanzato.

L’accuratezza?

L’intelligenza artificiale rappresenta di certo uno strumento interessante in grado di aprire a nuovi utilizzi per il futuro. Il problema dell’accuratezza non è solo di Google Bard comunque.

Quando consultiamo in modo tradizionale un qualsiasi motore di ricerca la prima cosa con cui entriamo in contatto sono i vari risultati e non una semplice rielaborazione degli stessi.

Quindi è ovvio che le perplessità in merito all’involontaria diffusione di fake news ci sono, la tematica è ancora tutta da esplorare. Un pubblico vasto investito da informazioni poco accurate non è di certo quello a cui aspirare.

La corsa è appena iniziata e ne vedremo delle belle senza alcun dubbio.

Le prospettive per il 2023

Il 2023 si appresta a salutare il primo mese dell’anno, nonostante questo è ancora possibile fare qualche previsione per quello che accadrà nei restanti undici mesi. Ne abbiamo scelte tre.

Le IA sempre più presenti

Se la fine del 2022 ha visto l’avvento di ChatGPT nella terza iterazione è certo che anche quest’anno non potrà essere da meno. Infatti sappiamo che si sta lavorando già alla quarta iterazione che dovrebbe arrivare nel 2023.

OpenIA ha avuto la capacità di raccogliere molti fondi da aziende del settore tecnologico, la più importante è senza dubbio Microsoft. Il gigante fondato da Bill Gates è molto interessato ai futuri sviluppi e alle future implementazioni nei servizi Microsoft, per il momento ha messo sul piatto 10 miliardi di dollari.

Intanto a Mountain View non sono rimasti con le mani in mano, infatti sono stati richiamati i fondatori di Google per riunioni straordinarie a tema IA. L’azienda starebbe lavorando da anni ad una sua IA ma ancora non ha mostrato niente, è quasi certo che nel 2023 vedremo qualcosa.

La Cina verrà superata dall’India

L’India dovrebbe diventare il paese più popoloso del mondo  entro l’anno in corso, superando di fatto la Cina. La strada dal punto di vista economico è ancora molto lunga ma intanto questo passaggio rimane comunque epocale. 

Negli ultimi anni il reddito medio è in continua ascesa e di certo l’importanza di questo paese negli equilibri mondiali non potrà che aumentare nel corso del 2023.

Logistica sempre più robotizzata

Il colosso dell’e-commerce mondiale, Amazon, ha alcuni dei più grandi magazzini del mondo. Immensi fabbricati nei quali si trovano prodotti di ogni tipo pronti a partire in ogni direzione. I costi di gestioni per strutture simili sono ovviamente molto alti e si lavora per ridurli. Per questo esiste un reparto di ricerca e sviluppo dedicato interamente alla prototipazione di soluzioni per la robotica.

L’azienda di Seattle già nel corso del 2022 ha mostrato novità di un certo peso e quest’anno potrebbe non essere da meno. Una delle novità più interessanti è quella di un “braccio” robotico che preleva i pacchi da spedire da un rullo e li dispone su carrelli che poi vengono trasportati in una seconda fase, ovviamente questo riduce anche la possibilità di infortunio nei magazzini. 

Nel corso del 2022 sono state presentate alcune novità, alcune allo stadio di prototipo e altre più avanzate, che potrebbero sostituire l’uomo in alcuni dei compiti più gravosi. Infatti sono già in fase avanzata di sviluppo robot per trasportare pacchi, per disporli sui carrelli dai nastri trasportatori o per prelevare i prodotti prima dell’imballo. Insomma, è chiaro che il settore logistico nei prossimi anni, e forse già da questo, potrebbe assistere a diversi cambiamenti. 

Ford: non solo Model T

Ford, uno dei più importanti imprenditore del Novecento, quando si parla di lui viene subito da menzionare la famosissima Model T. Certo, si tratta di un veicolo che ha rivoluzionato il mondo e, in particolare, ha permesso agli Stati Uniti di diventare una nazione “su gomma”. Quest’auto era, infatti, economica e poteva essere acquistata dalla classe media. Ma come si arrivò ad un simile risultato?

Henry Ford: ambizione e perseveranza

Ford nasce in una famiglia che possiede una grande fattoria nel Michigan, a Deaborn. A sedici anni prende l’iniziativa di trasferirsi a Detroit, il suo obiettivo è lavorare e inizia a farlo dimostrando spirito d’intraprendenza.

Torna a casa e si sposa ma Detroit rimane nei suoi pensieri e, più tardi, torna da dipendente dell’Edison come ingegnere. La sua carriera decolla e in pochi anni diventa capo ingegnere, potrebbe ritenersi soddisfatto ma non è così. Infatti, nel tempo libero cerca un modo per creare un sostituto del carro trainato da cavalli.

Il progetto consisteva nel mettere a punto una vettura che fosse in grado di muoversi con l’ausilio di un motore a gasolio. Il suo progetto aveva attratto degli investitori, ma Ford dimostrò molta voglia di migliorare prima di portare il prodotto sul mercato. Questa si scontrava con l’esigenza di monetizzare, così si arrivò allo scontro finale che causò la nascita di una delle aziende più importanti dell’epoca: Cadillac Motor Car Company.

Nasce la Ford Motor Company

Prima di arrivare ad un modello accessibile a tutti ci fu necessità di fare passaggi in più. Model A fu un modello importantissimo perché si trattava di un’auto funzionante e questo era già un passo importante, ma in questo momento era ancora un bene elitario. Ford voleva di più, voleva far crescere il mercato, farlo diventare di massa. La Model T, per essere realizzata, richiedeva una rivoluzione nell’ambito produttivo.

Tanti piccoli passi

Alla base della catena di produzione c’era l’idea di parcellizzare ogni passo in modo da renderlo replicabile senza troppi problemi e conoscenze pregresse.

Un’auto richiedeva fino a quel momento due o tre operai che si dedicassero al processo dall’inizio alla fine. Ma questo processo portava via molte ore e non si poteva produrre molto in una giornata. Ford intuì che aumentando il numero di passaggi ma riducendo l’apporto di un singolo operaio si potesse velocizzare molto il processo. Fu così che nacque la catena di produzione.

Problemi per gli operai

Come tutte le innovazioni, anche questa fu accolta con un certo sospetto e gli operai la vedevano come un modo per ridurre la loro responsabilità. Soprattutto, visto che non venivano richieste grandi competenze, era possibile diventare operai senza troppi problemi.

Fu grazie alla pellicola di Charlie Chaplin, “Tempi moderni” del 1936, che sul grande schermo il pubblico ebbe modo di vedere una critica a questo modello. L’ironia che aveva reso famoso l’attore americano rese la pellicola un enorme successo.

Gli eventi del 2022

L’anno 2022 sta avvicinandosi alla chiusura, ormai siamo entrati nella penultima settimana ed è tempo di analizzare gli eventi più importanti di questi ultimi 12 mesi.

Il popolo britannico saluta la sovrana più longeva

Se c’è una certezza che ha accompagnato il mondo negli ultimi settant’anni è la presenza della regina Elisabetta II sul trono britannico. Quest’anno abbiamo assistito all’evento che tutti temevano, il popolo inglese ha mostrato molto attaccamento alla sovrana e code lunghissime si sono viste per giorni per renderle omaggio. 

La fine del regno di Elisabetta ha senza dubbio segnato alla fine di un’epoca, alcuni hanno detto la fine del Novecento. Ora più che mai le sfide per il Regno Unito sembrano molte e più complesse.

Dopo il regno più lungo il governo più breve

In Gran Bretagna, però, non abbiamo assistito soltanto alla fine del regno più lungo della Storia. Dopo la Brexit il clima di incertezza è aumentato e la durata dei governi è stata breve e, spesso, con esiti poco soddisfacenti. 

Dopo il “Partygate” le cose per Boris Johnson non si sono messe affatto bene, infatti la vicenda che riguardava la festa di Natale del 2020 a Downing Street ha finito per compromettere del tutto la forza politica dell’ex primo ministro britannico.

Liz Truss è arrivata in sostituzione di Johnson in un momento molto difficile per il Paese ed ha proposto un piano basato su tagli ingenti delle tasse che hanno causato una forte crisi economica e la più grande perdita di valore della sterlina da anni. Quello di Truss è il governo più breve della storia.

La guerra torna in Europa

Per diversi decenni in Europa non si sono visti conflitti di vaste proporzioni, ad eccezione di quello nei Balcani, ma il 2022 ha riportato le lancette pericolosamente indietro nel tempo. 

La pace europea è stata data per scontata per molti anni, ad eccezione del conflitto nei Balcani degli anni Novanta, ma il 2022 ha rotto questo stato di cose.

Il 20 febbraio 2022 le truppe russe hanno aperto le ostilità contro quelle ucraine dando inizio alla guerra. Per il momento gli aiuti occidentali alle forze dell’Ucraina hanno avuto l’effetto di arrestare l’azione russa. I rapporti tra le nazioni e la Russia sono molto cambiati e di certo si è aperta una nuova fase nelle relazioni estere europee.

Crisi del prezzo dell’energia e clima

Come dicevamo, il conflitto russo-ucriaino ha portato alla crisi dei prezzi del gas, che è schizzato alle stelle. L’ovvia conseguenza è quella di aver rallentato la transizione ecologica di molti Paesi che hanno dovuto far fronte alla necessità di riattivare. Alcune centrali a combustibile fossile sono rientrate in attività per compensare la carenza energetica.

L’Unione europea si è messa al lavoro per elaborare un piano per svincolarsi completamente dalla fornitura di gas russo, materia prima che incideva per diversi punti percentuali sulle casse dei vari Stati. Il percorso è ovviamente molto lungo e non è chiaro esattamente dove potrà portare ma vedremo sicuramente nuovi fornitori affacciarsi nel corso degli anni. Nel frattempo sono stati aumentati gli investimenti in fonti rinnovabili.

Qatar ed Europa: uno scandalo

Nonostante sia scoppiato nella parte finale dell’anno sarà sicuramente un evento segnante per il 2022 e, quasi di certo, anche per il 2023. I contorni della vicenda iniziano ad essere più definiti già nelle ultime ore ma, ovviamente, dovremo ancora attendere per scoprire tutti i dettagli. 

Il governo qatariota si è fermamente dissociato da chi lo accusa di corruzione e dichiara di aver agito in conformità alle leggi internazionali, la magistratura chiarirà tutto con calma.

Intel apre una nuova era

Le lunghe catene di rifornimento alle quali eravamo abituati dovranno cambiare, il Covid ha fatto deflagrare il problema in tutta la sua urgenza. Ancora adesso alcuni settori sperimentano carenze di vario genere.

Intel, uno dei colossi della produzione di microchip, ha deciso di portare in Europa una parte della produzione strategica per l’occidente. Si tratta di un polo produttivo in Germania; uno dedicato alla ricerca e sviluppo in Francia e altre sedi tra le quali quella in provincia di Verona. Con un investimento che tocca i 33 miliardi si apre una nuova era nella produzione tecnologica. Infatti si avvicinano agli USA importanti produzioni un tempo quasi esclusivamente stabilite in Asia.

L’anno 2022 per l’industria mondiale

L’anno 2022 ormai sta volgendo al termine e si può tentare di tirare le somme di questi mesi complessi. Uscita dalla pandemia, crisi energetica e guerra. Cosa sarà successo all’industria?

Cybersicurezza: impossibile dimenticarlo

Anche nello scorso articolo abbiamo parlato di cybersicurezza ma occorre comunque puntualizzare per avere un quadro della situazione. Infatti gli attacchi informatici ai settori produttivi dei vari paesi si stanno intensificando. Gli attacchi rischiano di penalizzare molto i bilanci delle aziende colpite, per questo occorre fare attenzione.

  • Circa il 5% degli attacchi si sono invece concentrati nel settore della salute e dell’assistenza ai malati, che maneggia dati estremamente sensibili.
  • Secondo i dati in media un attacco informatico nel mondo ha un costo di circa 4.3 milioni di dollari.
  • Gli Stati Uniti hanno subito più attacchi informatici di tutti gli stati del mondo.

Manifattura: una situazione incerta

Il settore manifatturiero ha di fronte un periodo difficile e diverse sfide epocali alle quali fare fronte: accelerare il processo di digitalizzazione in atto, infatti si tratta di un elemento fondamentale per la competitività dello stesso settore; iniziare a ragionare su nuovi modi per produrre in modo più sostenibile. La digitalizzazione e le citate sfide poste dalla cybersecurity sono però anche elementi che pongono il problema delle competenze. Infatti si richiedono sempre più abilità e capacità nell’ambito informatico anche per lavori che prima non ne necessitavano. Questo significa che per queste figure il profilo salariale potrebbe salire.

Il settore manifatturiero è in calo

La recessione sembra ormai molto vicina per l’economia, e il settore manifatturiero non fa eccezione. In Europa, e non solo, il calo della domanda ha portato la produzione a rallentare e, di conseguenza, i produttori hanno ridotto gli acquisti di nuove materie prime, questo ha avuto però l’effetto positivo di allentare la pressione sui fornitori. Il tasso d’inflazione è ormai fuori dall’usuale ha aumentato il clima di incertezza, favorito anche dalla guerra in Ucraina.

Anche l’automobile ha difficoltà

Il comparto produttivo legato all’automobile in Europa è sceso di circa il 2,4% nella prima parte dell’anno, mentre in altre regioni del globo è rimasta in positivo. Questo è probabilmente attribuibile anche al crollo del mercato russo (-66,4%) e ucraino (-84,6%), l’impatto sulla produzione non è trascurabile.

Soprattutto all’inizio del 2022 i problemi alla catena di approvvigionamento hanno messo a rischio il settore, nonostante tutto la produzione in Nord America ha visto un aumento di circa l’11,8% durante i primi nove mesi, toccando quota 8 milioni. La domanda di veicoli nuovi in USA è stata un fattore trainante.

Rivedere la supply chain

La catena di approvvigionamento globale è a rischio poiché Covid, guerra e rallentamento della produzione hanno mostrato le debolezze di questo sistema. Molti produttori hanno visto lievitare i costi e assorbirli è diventato molto complesso.

La domanda elevata, l’aumento dei costi delle materie prime e del carburante, la lentezze nelle consegne continuano a mettere a dura prova l’intero sistema. Per questo si sta assistendo al processo di riavvicinamento di alcune sedi produttive, ad esempio Intel ha riportato in Europa, almeno in parte, la produzione di processori. 

Cybersecurity: la situazione nel 2022

La cybersecurity è un tema sempre al centro dell’attenzione, soprattutto in questi anni di crescita del settore tecnologico. Infatti gli attacchi da parte di hacker singoli o in gruppo sono sempre più frequenti e costano miliardi.

Smart-working e pericoli informatici

Lavorare da remoto, per alcuni settori, soprattutto legati al mondo dei servizi, è diventato un paradigma sul quale è cambiato il modo di pensare il lavoro. Soprattutto durante la pandemia chi aveva possibilità di lavorare da casa lo ha fatto e oggi alcuni continuano a farlo. Se i lati positivi dal lato della gestione aziendale esistono, e ce ne sono anche per i dipendenti, la pratica non è priva di rischi.

Come sempre, esistono lati positivi e lati negativi e in questo caso il lato negativo riguarda la sicurezza informati. Le reti aziendali, quando ben gestite, sono certamente più sicure di quelle casalinghe. La rete di casa può presentare delle problematiche e l’unica soluzione è quella di formare i dipendenti coinvolti in modo da utilizzarla consapevolmente.

Attenti al riscatto

Il ransomware è uno degli attacchi più temibili che possano esistere, infatti punta a criptare tutti i dati contenuti su un determinato disco senza possibilità di sbloccarli. L’unico modo per farlo ovviamente è pagare il riscatto, spesso in criptovalute o similari. 

Impedire che questi eventi si verifichino è tutt’altro che semplice poiché oggi viviamo in un mondo sempre più interconnesso, ma non impossibile. Le più importanti contromisure sono sicuramente quelle legate ai backup: utilizzare degli hard disk scollegati dalla rete internet, in modo da diminuire il rischio di contagio da virus; utilizzare password dalla sicurezza elevata; non installare software proveniente da fonti sconosciute.

Autenticazione a due fattori

Il problema delle credenziali d’accesso deboli è uno dei principali da risolvere per vivere una realtà aziendale più sicura. Infatti le password brevi, senza numeri o caratteri speciali sono molto più vulnerabili. Inoltre andrebbero cambiate spesso.

Negli ultimi anni si è diffusa sempre più l’autenticazione a due fattori che consente di aumentare la sicurezza aggiungendo un passaggio in più. Infatti dopo aver inserito abitualmente la password vi sarà richiesto un codice aggiuntivo che vi verrà recapitato sul dispositivo prescelto. In questo modo sarà per un hacker molto difficile riuscire a rubarvi le credenziali per accedere.

Phishing: tanto scontato quanto efficace

Ormai siamo abituati a ricevere tantissime email al giorno e questo spesso ci porta ad abbassare la guardia inconsciamente. Se tanti anni fa una mail che tentava di fare phishing era individuabile in pochi passaggi oggi la situazione è diversa. Infatti non è sempre evidente e per questo dobbiamo rimanere sempre vigili.

Rimane essenziale non cliccare su link provenienti da email delle quali non siamo sicuri. Inoltre è fondamentale osservare con attenzione il mittente della mail, anche un solo carattere aggiunto o mancante può fare la differenza.

Arriva il momento dei dati

Arriva il momento di elencare qualche dato utile. Il 23% degli attacchi hacker è stato indirizzato alle aziende che operano nel settore manifatturiero, ciò significa che bisogna attivare delle contromisure per evitare di perdere tempo e soldi.

Circa il 5% degli attacchi si sono invece concentrati nel settore della salute e dell’assistenza ai malati, che maneggia dati estremamente sensibili.

Secondo i dati in media un attacco informatico nel mondo ha un costo di circa 4.3 milioni di dollari.

Gli Stati Uniti hanno subito più attacchi informatici di tutti gli stati del mondo.