Industria 4.0: formazione per il futuro

Industria 4.0 diventa Transizione 4.0

Spesso, quando si parla di piano Industria 4.0, ormai diventato piano Transizione 4.0, si pensa soltanto ad aggiornamenti del parco macchine, ad introdurre nuove tecnologie basate sulle connessioni ad alta velocità, sulla comunicazione facilitata tra uomo e macchina ma si sottovaluta un punto fondamentale: la formazione.

Formazione in Italia: dove siamo

L’Italia, purtroppo, è tra i Paesi in fondo alla classifica per quanto riguarda la percentuale di investimenti nella formazione. Ci troviamo al 26esimo posto per spesa in rapporto al PIL. 

Tasso di formazione nella popolazione impiegata nel lavoro

Il tasso di abbandono dell’istruzione in giovane età è alto e il confronto tra occupati a tre anni dal diploma è impietoso se confrontato alla media europea. 

Previsioni sulla formazione continua: orizzonte 2020
Formazione continua: previsioni per il 2020

La partecipazione alla formazione continua, necessaria per mantenere un buon grado di competitività durante la propria carriera. Un terzo dei paesi europei sta raggiungendo i livelli stabiliti dalle previsioni, il resto è più o meno indietro nel raggiungimento dell’obiettivo. 

Fare impresa, soprattutto in questo momento, è molto difficile, fissare obiettivi di lungo periodo ancor di più, se pensiamo all’industria 4.0 bisogna puntare ad un vero e proprio piano strutturato per riuscire ad innescare all’interno della propria realtà la giusta catena di eventi che possa condurre l’azienda al salto verso il digitale. 

La tendenza a fare formazione dopo la crisi del 2008 ha visto una inversione nel 2015, infatti il 60% delle imprese con più di 10 addetti ha coinvolto i propri dipendenti in corsi di formazione facendo registrare la percentuale più alta dal 1993. Purtroppo questo non ha permesso al Paese di recuperare posizioni rispetto agli altri in Europa, siamo scesi al 22esimo posto. In ambito manifatturiero circa un’impresa su tre ha investito in formazione, segno che la transizione tecnologica ha assunto sempre più rilevanza e l’esigenza di adeguare le competenze del personale è marcata. In questo senso l’industria 4.0 presenta insieme sfide ed opportunità per le aziende per colmare quel gap che nel corso degli anni è aumentato con le concorrenti estere.

Industria 4.0: competenze digitali richieste

Industria 4.0 significa anche una nuova e più attuale concezione degli interventi del lavoratore all’interno del processo produttivo industriale. Il lavoro routinario sta perdendo posti e valore perché l’intervento umano richiede più competenze, non solo nell’ambito informatico, perché aumenta il bisogno di operatori non solo passivi ma in grado di interagire a livello più alto. Già dal 2018 sono stati stanziati incentivi per rendere più semplice aggiornare il proprio personale in materia di: marketing e vendita; informatica; tecnica e tecnologie di produzione. Come detto all’inizio, non investire in formazione continua rischia di tramutarsi in un enorme tallone d’Achille che potrebbe minare la competitività aziendale nel lungo periodo poiché le competenze digitali richiedono corsi frequenti, non solo saltuari.

Ambiti di formazione del personale italiano

Industria 4.0: i nuovi incentivi per la formazione

Nel solco dei provvedimenti già nel 2016 con il vecchio piano Industria 4.0 dell’allora ministro Calenda, oggi il governo torna a proporre incentivi non solo per quanto riguarda la dotazione di macchine aziendali ma anche per la formazione del personale. I pilastri della proposta sono:

  • agevolazione calcolata sul costo del personale impiegato nell’attività di formazione;
  • aliquota compresa tra il 30% e il 50%, percentuale variabile a seconda delle dimensioni dell’azienda;
  • fruizione del credito in compensazione, anche in soluzione unica.

All’interno dei costi deducibili rientrano le seguenti categorie:

  • spese relative al costo dei formatori per le prestazioni erogate;
  • costi d’esercizio per formatori e partecipanti all’attività formativa (spese di viaggio, materiali e forniture, ammortamento degli strumenti e delle attrezzature per la quota da riferire al loro uso esclusivo per il progetto di formazione);
  • eventuali costi di consulenza connessi al progetto di formazione;
  • le spese generali indirette (spese locative; amministrative ecc.) e le spese di personale relative ai partecipanti alla formazione.

La novità rispetto agli anni precedenti è l’abolizione della clausola del lavoro dipendente, vale a dire che anche l’imprenditore ora può usufruire di questa agevolazione. Il cambiamento di mentalità passa anche da chi è a capo dell’azienda che, adeguando il proprio bagaglio di conoscenze al tempo può progettare una strategia più chiara per il futuro. Viene ammessa anche l’erogazione in forma digitale a distanza, per garantire massima praticità anche nel corso della pandemia di Covid-19. 

Software MES: perché sceglierlo?

Software MES

Manifacturing Execution System, potrebbe apparire come qualcosa di futuristico e lontano dal fare impresa ma si tratta, invece, di uno strumento essenziale per la produzione, stiamo parlando del software MES. Infatti, tramite l’utilizzo di questa risorsa è possibile: analizzare il processo produttivo; pianificare; raccogliere dati di utilizzo reale; gestire e controllare. Si tratta a tutti gli effetti di timone digitale che ci permette di controllare che la rotta tracciata per la nostra azienda sia quella giusta.

Nelle realtà più strutturate, il software MES si pone a metà strada fra il software ERP (ovvero il tradizionale software gestionale aziendale) e il sistema SCADA (per l’interfacciamento con le macchine utensili) dialogando con essi.
Un software MES va utilizzato solo da realtà più strutturate? Grazie alle nuove tecnologie e ad interfacce sempre più user-friendly, come quella di Scaccomatto, oggi è possibile utilizzare strumenti simili anche in contesti come la piccola e media impresa italiana. Il software MES va considerato a metà strada tra un software ERP, il tradizionale sistema di gestione usato in ambito aziendale, e il sistema SCADA, utilizzato per l’interfacciamento con macchine utensili.

PERCHÉ UTILIZZARE UN SOFTWARE MES?

Come già detto, questo strumento è in grado di mostrarci la rotta e ci permette di ottimizzare i nostri processi produttivi con facilità grazie ai dati raccolti in tempo reale. I principali vantaggi di questo sistema sono:

  • riduzione di scarti;
  • riduzione di lavorazioni reiterate;
  • riduzione dei tempi di attrezzaggio;
  • acquisizione accurata delle informazioni su tempi e costi (manodopera, scarti, lavorazioni reiterate, tempi di fermo);
  • maggiore tempo di attività;
  • riduzione della carta e quindi velocizzazione delle comunicazioni aziendali fra uffici e reparti produttivi, migliore archiviazione e facilità di ricerca dei dati acquisiti;
  • tracciabilità delle operazioni;
  • tracciabilità dei lotti di materiali;
  • riduce dei tempi di fermo e facilita la ricerca dei guasti;
  • riduzione delle scorte di magazzino.

COME FUNZIONA UN MES

La funzione principale del software MES è quella di allineare la gestione aziendale e la produzione al fine di evitare discrepanze tra la pianificazione e la realtà. Per perseguire questo risultato bisogna aumentare l’efficienza del sistema produttivo aziendale nella sua totalità: dalle macchine agli operatori fino alla filiera produttiva.

Tra le funzioni di un sistema MES possiamo elencare:

  • raccolta dati;
  • avanzamento delle fasi di produzione;
  • controllo delle attività di produzione;
  • gestione delle risorse, operatori e macchine, di produzione;
  • tracciabilità dei lotti di produzione;
  • monitoraggio delle quantità prodotte.

A livello formale le funzioni di gestione di magazzino, qualità e manutenzione non dovrebbero far parte di un MES, ma di un MOM.
Oggi molti sistemi MES includono più funzioni di quelle previste nella definizione iniziale, rendendo nel linguaggio corrente software MES e software MOM quasi sinonimi.

Organizzazione aziendale e COVID-19

Mappa velocità 5G Italia

Il 2020 che sta per concludersi è stato uno degli anni più critici per l’organizzazione aziendale, dopo gli iniziali periodi di incertezza le imprese hanno dovuto fare i conti con il Lockdown che, per molti, ha significato reimmaginare il processo produttivo, soprattutto per le aziende che erogano servizi. La parola smart-working si è tramutata in un paradigma imprescindibile del presente, più che un auspicio per il futuro e la digitalizzazione è diventato un tema primario per garantire la sopravvivenza del tessuto produttivo industriale.

Digitalizzazione Italia
Digitalizzazione Italia

Digitalizzazione e organizzazione aziendale

Già gli incentivi messi in atto nel vecchio provvedimento sull’Industria 4.0 hanno contribuito a rinnovare macchinari che oggi permettono di immaginare un’organizzazione aziendale più snella che permetta di affinare il processo produttivo. Infatti l’integrazione e il dialogo tra macchine e software MES, schedulatori e altri, permette di fornire un quadro chiaro sui punti critici della produzione aziendale, consentendo interventi mirati. 

Si tratta di una sfida che il tessuto produttivo italiano deve cogliere per guadagnare competitività, un tessuto che oggi mostra ancora una propensione ai tradizionali sistemi produttivi che rischiano di tagliare fuori molti. Questa transizione richiede investimenti nella formazione del personale e in una nuova organizzazione aziendale in grado di cogliere le sfide di un futuro che corre sempre più veloce, nonostante il rallentamento dovuto alla pandemia di COVID-19.

Digital Capability
Digital Capability

Infrastruttura e Cloud

Digitalizzazione oggi significa per le imprese dotarsi delle infrastrutture necessarie per connettere macchine e operatori, quindi non solo strumenti “smart” ma anche connessioni veloci e sicure. Per questo anche i software MES, i software ERP e altri stanno diventando sempre più basati sulla potenza delle piattaforme Cloud che consentono un accesso rapido al sistema senza più essere legati al singolo dispositivo. 

L’Italia sta lentamente procedendo il cammino di installazione di antenne 5G che permetteranno una connessione veloce e stabile anche in zone non adeguatamente coperte da quella cablata.

Mappa velocità 5G Italia
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Fonte dati: Cerved