Il 2022 è iniziato da tre mesi ma alcuni eventi hanno già scosso le previsioni di crescita dell’anno. Cosa aspetta le PMI italiane nel corso dei prossimi nove mesi?
La guerra in Ucraina e le sanzioni
Il 24 febbraio 2022 è iniziata la guerra che coinvolge Ucraina e Russia, in questo articolo non ci interessano le valutazioni politiche. Ad ogni modo il mondo occidentale ha votato sanzioni molto dure per la Russia che oggi si trova in una situazione non molto semplice.
- sono stati bloccati i patrimoni dei magnati russi in giro per l’Europa, il caso più eclatante è la vendita del Chelsea, la squadra inglese guidata dal presidente Abramovich, da sempre vicino a Putin;
- le sanzioni economiche hanno limitato la capacità operativa delle banche russe escludendole dal sistema di pagamento internazionale SWIFT;
- viene vietata l’esportazione in Russia e la fornitura di servizi legati al settore petrolifero, da sempre un pilastro dell’economia russa.
Le conseguenze per le PMI italiane
Come tutti sappiamo, molte imprese italiane hanno allargato i propri orizzonti verso la Russia e nel 2020 le esportazioni avevano raggiunto la cifra di 7 miliardi di euro, niente male considerata la pandemia. Nel 2020 sono stati esportati macchinari per poco meno di 2 miliardi di euro; conquistano la seconda piazza le merci del settore dell’abbigliamento che hanno raggiunto i 750 milioni di euro e poi i prodotti chimici con circa mezzo miliardo.
Le sanzioni imposte alla Russia rischiano di mandare in fumo quindi diversi miliardi di euro e, soprattutto, rischiano di portare alla chiusura di tutte quelle aziende che vedevano come preponderante l’export in questa nazione.
Aumento del costo dei carburanti
La seconda emergenza, sempre legata ai fatti che stanno avvenendo in Ucraina, è quella del caro energia che sta raggiungendo prezzi altissimi.
A seguito delle sanzioni e non solo il prezzo di tutte le fonti energetiche legate alle importazioni dalla Russia ha raggiunto le stelle.
Per quanto riguarda il petrolio, un barile ha toccato punte di 128 dollari al barile quando solo ad inizio anno si trovava a 73 dollari al barile; ad oggi il prezzo pare stazionario sui 100 dollari al barile. La benzina e il gasolio per le auto hanno subito una vera e propria impennata da 1.70€ al litro per la benzina ai 2.25€ degli ultimi giorni, questo a cascata rischia di essere un freno per la ripresa. Infatti i trasporti su gomma, che garantiscono l’approvvigionamento alimentare in tutta Italia, vedono i costi lievitare e alcuni trasportatori hanno preferito fermarsi piuttosto che operare in queste condizioni.
Aumento del costo dell’energia
Il terzo problema è l’aumento della bolletta per le famiglie e per le imprese che hanno visto negli ultimi sei mesi i prezzi dell’energia lievitare in una spirale che sembra inarrestabile. L’Europa sta cercando quindi di diversificare le forniture d’energia.
- il primo problema è quello di svincolarsi dal gas Russo che oggi pesa per circa il 30% sul mix energetico;
- il secondo punto sul quale si lavora è quello di mettere un tetto al prezzo di gas;
- separare il mercato dell’energia rinnovabile da quello del gas;
- tassazione extra dei profitti delle aziende energetiche.
Le sfide di lungo corso
Il futuro delle PMI italiane è legato a doppio filo a quello della politica strategica in campo energetico e non solo, si tratta di modifiche che richiederanno anni ma che oggi più che mai sono necessarie.
Rimangono anche le sfide poste dal piano Transizione 4.0 che sono state ampiamente trattate in altri articoli.